Arredare è un pò come sognare; ad occhi aperti, si intende, perché gli oggetti chiamati mobili che mettiamo dentro alle nostre dimore sono come parti di noi, estensioni delle nostre membra, fedeli strumenti nell’esercizio di riti quotidiani. Possiamo isolare alcune di queste funzioni, due appaiono subito basilari: l’alzarsi e il sedersi.
Due atti complementari che ci accompagnano per tutta la vita: se limitiamo l’esercizio di queste basilari funzioni al numero di volte in cui ciò avviene all’interno di un ambiente familiare, un appartamento standard, per esempio, ed escludiamo il bagno, rimane una ristretta gamma di mobili deputata all’esercizio del sedersi e dell’alzarsi: il letto, la sedia, il divano.
Dal letto ci si alza e nel letto ci si sdraia, inizio e fine del nostro giorno e, purtroppo, di norma, anche dei nostri giorni; seconda della sequenza viene la sedia, il mobile per eccellenza, la più familiare e necessaria tra i mobili adatti al sedersi e all’alzarsi per le decine e decine di volte in cui facciamo ricorso ad essa; ultimo della serie, – last but not least – il divano chiude la sequenza. Il divano viene dagli antichi persiani, l’Europa lo conobbe alla fine del XVII secolo in concomitanza alla sparizioni degli schienali e delle sedute dalle cassapanche rinascimentali.
Entità intermedia tra il sonno e la veglia, il divano è quel mobile che si presta a svariati usi nell’ordine dello star seduti o distesi, posture in cui il corpo, momentaneamente privato dell’uso delle gambe tende al raggiungimento della comodità e della rilassatezza. Adagiato sul divano il corpo assume una postura prevalentemente statica non esente tuttavia da movimenti pluridirezionali che coinvolgono gli arti superiori e le fasce dorsali e i muscoli del collo possono subire notevoli carichi di stress. La struttura di molti divani moderni è, al giorno d’oggi, frutto di una tecnologia non estranea a studi di fisiologia e anatomia del corpo umano: quando si fa uno sforzo da seduti o da sdraiati le vertebre tendono all’allineamento lungo l’asse della colonna vertebrale che privata della spinta delle gambe finisce per assumere tutto il carico dello spostamento di volume. In questo frangente la funzione del molleggio diventa di estrema importanza andando oltre i normali canoni di comodità che ad esso di richiede di fornire.
Nella stragrande maggioranza dei divani moderni il molleggio è costituito da fasce reggenti solitamente in nylon allocate all’interno del telaio occultato dalla struttura imbottita; per tale motivo il telaio viene anche definito – con significativa metafora antropomorfa – lo scheletro del divano. Saranno poi le cinghie elastiche di gomma, il cui spessore va dai 4 ai 5 cm, opportunamente legate ed intrecciate tra loro, a rendere possibile il classico “molleggio” tanto amato dai nostri bambini per quei balzi e rimbalzi non sempre graditi dai genitori.
L’imbottitura interna, nella maggior parte dei casi, è fatta in poliuretano espanso o schiumato. Il poliuretano è un materiale sintetico ottenuto dalla reazione chimica di alcuni elementi. Possiede un aspetto simile alla spugna ed è molto soffice, ma allo stesso tempo resistente. La piuma d’oca è usata a volte per i braccioli e i poggia testa o alternata al poliuretano per evitare che avvenga la deformazione. Come ogni fibra o materiale di origine animale il suo utilizzo nella imbottitura dei divani moderni determina un accrescimento del costo.
I rinforzi in multistrato forniscono rigidità alla struttura. Sono pannelli in fibra, per lo più scarti di legno e rami, trattati al vapore e uniti con colle speciali di tipo termoindurente. Il tessuto di rivestimento gioca un ruolo decisivo nella riuscita del divano come oggetto dell’arredamento di un salotto moderno: si va dalla pelle/eco pelle, ai tessuti in fibre naturali o artificiali/sintetiche.
Svelati così i segreti del nostro divano la scelta è soltanto una questione di stile. Se si parla di divani moderni forse il top del design è stato raggiunto nei mitici anni Settanta, laddove il divano assunse un importanza forse mai raggiunta confermata dal ruolo scenico che viene ad essi assegnato in immortali scene di film come Arancia Meccanica o Il fascino discreto della borghesia.
Abbiamo ritrovato certe suggestioni come quelle appena evocate nei divani della linea frau ouverture per la mono tinta delle imbottiture in eco pelle e per la compattezza del telaio tutto raccolto in un divano di sicuro impatto adatto soprattutto ad arredare case di single.
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